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Probabilità di Collasso Globale dell'Economia - Eventi "Tail Risk"

  • Immagine del redattore: Mass R
    Mass R
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 15 min

Aggiornamento: 5 lug

In caso di collasso economico totale (scenario estremo con breakdown completo del sistema finanziario, valutario e delle istituzioni), le priorità cambiano drasticamente verso la sopravvivenza fisica:


Beni di Prima Necessità


Le primarie fonte di sostentamento per i primi giorni sono cibo ed acqua con i medicinali indispensabili.

Cibo non deperibile: Scorte di cereali, legumi, cibo in scatola, miele, sale. Il cibo diventa la valuta più preziosa.

Acqua e sistemi di purificazione: Filtri, compresse purificanti, accesso a fonti d'acqua pulita.

Medicinali: Antibiotici, antidolorifici, medicine croniche, kit di pronto soccorso.


Strumenti di Sopravvivenza


Subito dopo i bisogni basilari, servono gli strumenti per garantire cibo ed energia nei mesi successivi.

Sementi: Per coltivare cibo, varietà che si riproducono naturalmente.

Attrezzi: Utensili manuali per agricoltura, riparazione, costruzione.

Energia: Pannelli solari portatili, generatori, batterie, combustibili.


Beni di Scambio


Quando i bisogni primari sono coperti e hai un luogo sicuro, servono risorse di baratto per ottenere ciò che manca e, se necessario, strumenti per la difesa.

Metalli preziosi: Oro e argento fisici, meglio se in piccole denominazioni per il baratto.

Alcol e tabacco: Storicamente usati come valuta di scambio.

Munizioni: Se legali, hanno valore di scambio elevato.


Competenze e Rete Sociale


Le risorse migliori sono quelle nelle teste delle persone e nella forza del gruppo.

Abilità pratiche: Agricoltura, meccanica, medicina, costruzioni.

Comunità: Relazioni con persone che hanno competenze complementari.

Ubicazione: Proprietà rurali, lontane da centri urbani densamente popolati.

In uno scenario di collasso totale, i beni finanziari tradizionali (azioni, obbligazioni, persino criptovalute) perderebbero ogni valore. La priorità diventa la sopravvivenza fisica e l'autosufficienza. Tuttavia, uno scenario così estremo è considerato molto improbabile dalla maggior parte degli economisti.


Basandosi sui dati più recenti, le probabilità di diversi tipi di crisi economiche variano notevolmente:


Recessione "Normale" (2025)


Un rallentamento di mercato contenuto, con cali fino al 5–10 % del PIL, considerate ancora compatibili con il funzionamento delle istituzioni.

  • J.P. Morgan: 40% probabilità di recessione USA/globale entro fine 2025

  • Analisi interne J.P. Morgan: 20% probabilità soggettiva di recessione nel 2025

  • Proiezioni statistiche: 33,56% probabilità di recessione USA per novembre 2025


Downturn Economico Significativo


Una contrazione più marcata (10–20 % di calo dei mercati), con impatti su occupazione e consumi, ma senza il blocco completo del sistema.

  • World Economic Forum: Il rischio di una recessione economica è classificato al 6° posto tra le preoccupazioni globali

  • Gli economisti prevedono una crescita rallentata ma non un collasso


Collasso Economico TOTALE


Scenario estremo con paralisi dei mercati, disgregazione finanziaria e fallimento multisettoriale. Evento considerato “tail risk”.

  • Probabilità: < 1 % (di norma 0,1–1 %) secondo analisti di primo piano

  • Fattori scatenanti richiesti:

    • Guerra mondiale su larga scala

    • Catastrofe ambientale globale simultanea

    • Crollo coordinato di tutti i sistemi monetari


Contesto Importante


Anche gli economisti più pessimisti parlano di recessioni severe (cali del 20-30% nei mercati), non di collassi totali del sistema. Un collasso totale richiederebbe eventi estremi concatenati:


  • Guerra mondiale

  • Catastrofe ambientale globale

  • Crollo simultaneo di tutti i sistemi monetari


Le probabilità di uno scenario così estremo sono considerate nell'ordine dello 0,1-1% dalla maggior parte degli analisti, principalmente come "tail risk" - eventi a bassissima probabilità ma alto impatto.


Considerazioni Finali


In sintesi, ho riassunto dieci punti chiave per potersi preparare, senza esserne ossessionati, ad uno scenario di crisi. I punti sotto vanno affrontati con equilibrio e senza eccessi emotivi.

Ci sono stati molti casi di criticità negli ultimi 50 anni, in tutto il mondo, e sebbene la probabilità di eventi altamente critici sia ridotto, in molte parti del globo si sono verificate situazioni emergenziali per la popolazione, pur non avendo coinvolto l'intera popolazione globale:


Genocidio cambogiano (1975–1979)Sotto il regime dei Khmer Rossi circa 1,7 milioni di persone furono uccise o morirono per fame e lavori forzati (25 % della popolazione)

Terremoto di Tangshan, Cina (28 luglio 1976)Magnitudo 7.6: oltre 240 000 morti e una città praticamente rasa al suolo

Epidemia di HIV/AIDS (dal 1981)Ha già causato oltre 40 milioni di decessi nel mondo e resta una delle più gravi crisi sanitarie della storia moderna

Disastro di Chernobyl, Ucraina (26 aprile 1986)Esplosione del reattore n. 4, rilascio radioattivo continentale; decine di migliaia di morti attribuite a cancri post-esposizione nel lungo termine

Genocidio in Ruanda (aprile–luglio 1994)Circa 800 000 persone massacrate in 100 giorni in uno dei più rapidi e sanguinosi genocidi etnici

Tsunami nell’Oceano Indiano (26 dicembre 2004)Onde alte fino a 30 m: oltre 230 000 vittime in 14 Paesi e distruzione di intere comunità costiere

Terremoto di Haiti (12 gennaio 2010)Magnitudo 7.0: circa 220 000 morti, 300 000 feriti e oltre 1 milione di sfollati

Terremoto e tsunami di Tōhoku + incidente di Fukushima, Giappone (11 marzo 2011)Mw 9.1 e onde > 15 m: > 20 000 vittime più evacuazioni a lungo termine per contaminazione nucleare

Epidemia di Ebola in Africa occidentale (2014–2016)~ 28 000 casi e ~ 11 000 decessi tra Guinea, Liberia e Sierra Leone; collasso di sistemi sanitari già fragili

Pandemia di COVID-19 (fine 2019–2023)SARS-CoV-2: > 767 milioni di casi confermati e quasi 7 milioni di morti ufficiali; lockdown e impatti socio-economici globali.


Questi eventi, con impatti umani e territoriali spesso senza precedenti, mostrano la varietà di scenari (naturali, tecnologici, umani) in cui il genere umano si è trovato ad affrontare crisi di massa.


È probabile che nei prossimi decenni l’intensità e la frequenza degli eventi naturali estremi continuino ad aumentare. Allo stesso tempo, assisteremo a una ridefinizione degli equilibri globali: il baricentro del potere economico e politico si sposterà progressivamente dagli Stati Uniti verso la Cina, per poi estendersi all’India e, più in generale, all’intera area indo-asiatica, con potenziali tensioni e rivalità sempre più marcate.


Ecco quindi i 10 consigli pratici, concreti e di immediata applicazione per una famiglia che voglia aumentare le proprie probabilità di sopravvivenza in un qualunque scenario catastrofico (collasso finanziario, blackout energetico, emergenze sanitarie o conflitti):


  1. Piano famigliare di emergenza: Definite insieme un punto di incontro, vie di fuga e responsabilità (chi controlla scorte, chi cura i figli, chi comunica con l’esterno). Mettete tutto nero su bianco e verificate il piano almeno una volta all’anno.

  2. Kit di sopravvivenza “72h” e “30 giorni”: Preparate due livelli di scorte:

    • 72h: acqua (3 l a persona/giorno), cibo pronto (zuppe liofilizzate, barrette), torce, radio a manovella.

    • 30 giorni: scorte di lunga conservazione (legumi secchi, cereali, conserve), filtri acqua, bombole gas, combustibile solido.

  3. Energia autonoma e illuminazione: Investite in pannelli solari portatili + batterie LiFePO₄ per alimentare luci LED, radio/ricevitore HF, pompe d’acqua. Tenete anche un piccolo generatore a benzina/GPL con scorta di carburante stabilizzato.

    Un gruppo di continuità power station + pannelli solari di buona qualità da 1800W costa attualmente 800€.

  4. Denaro “hard” e frazionamento: Detenete piccole pezzature di oro/argento fisico (monete da 1–10 g) nascoste in cache diverse (domiciliari, interrate, presso persone di fiducia). Evitate grossi lingotti e singole concentrazioni.

  5. Comunicazione alternativa: Procuratevi radio PMR/HAM (con licenza se necessaria) e batterie di riserva. Stabilite canali e codici semplici con amici/parenti per trasmettere messaggi anche senza rete cellulare o Internet.

    Un dispositivo HAM di base costa circa 30€ per unità, minimo due.

  6. Competenze essenziali e formazione: Ciascun componente impari almeno: primo soccorso, tecniche base di filtraggio acqua, accensione di fuochi in sicurezza, nozioni elementari di riparazione meccanica/elettrica. Organizzate “drill” periodici.

    A questo scopo un corso di qualità sull'orientamento e sopravvivenza (a titolo di esempio: Sibillini Adventures - Qualifica CSEN) può essere un'ottima soluzione.

  7. Sicurezza abitativa modulare: Rendete la casa più sicura con porte e finestre rinforzate, illuminazione esterna a sensore, sirena o campanello fai-da-te su finestre critiche. Predisponete “rifugi interni” in stanze senza aperture dirette.

    La cosiddetta "panic room" in versione light si può realizzare anche in appartamento con opportune modifiche strutturali. Ad esempio si possono prevedere porte e finestre anti intrusione con una spesa di circa 7.000€ installazione inclusa (il prezzo è fortemente variabile in funzione della "classe" di sicurezza desiderato.

  8. Rete di mutuo aiuto locale: Stringete alleanze con vicini e comunità: un gruppo di 5–10 famiglie che si alternino in turni di sorveglianza, cucina comune, gestione scorte. Più siete organizzati, meno dipendete dalle istituzioni.

  9. Dispensa farmaci e kit sanitario avanzato: Tenete scorte di farmaci di base (antibiotici a largo spettro, antipiretici, antistaminici, disinfettanti) e un kit di sutura con manuale cartaceo. Aggiungete compresse di iodio se c’è rischio di contaminazione radioattiva.

    Questo ovviamente oltre alle scorte per qualche mese di farmaci normalmente utilizzate per patologie note.

  10. Resilienza psicologica e informativa: Pianificate momenti quotidiani di aggiornamento (verifiche notizie su radio di emergenza), ma anche pause di svago: unità familiari coese resistono meglio allo stress. Redigete e conservate (in formato cartaceo) manuali di sopravvivenza, mappe locali e liste di numeri d’emergenza.

    E' un punto fondamentale mantenere aperti i contatti con l'esterno adattandosi alle mutate condizioni al contorno. Isolandosi e rifiutando il cambiamento può portare al fallimento della strategia di contenimento dei danni. Resilienza comportamentale ed informativa sono condizioni necessarie alla sopravvivanza.


Con questi dieci passi la tua famiglia potrà affrontare qualunque emergenza estrema con maggiore lucidità, autonomia e sicurezza. La chiave è prepararsi con anticipo, testare le procedure e mantenere viva la rete di supporto.


Impatto sull'economia della famiglia (aspetti finanziari)


Ecco infine cinque azioni finanziarie concrete da mettere in atto subito, per rafforzare la tua famiglia contro scenari catastrofici di collasso finanziario, blackout energetici, guerre o pandemie:


  1. Costruisci una “cassaforte liquida” multi-valuta


    • Accantona almeno 3–6 mesi di spese correnti in contanti (euro, dollari, franchi svizzeri) in tagli piccoli (5–20 €/$/CHF) e nascondili in più cache (casa, rifugi interrati, abitazioni di fidati).

    • Mantieni anche piccole riserve di valute estere più stabili, per coprirti da eventuali svalutazioni o blocchi locali.


  2. Acquista e fraziona metalli preziosi


    • Procurati monete d’oro e d’argento in pezzature da 1 g a 1 oz (più scambiabili) e dividile in almeno tre nascondigli diversi (domestico, interrato/cache di campagna, presso terzo di fiducia). Sono disponibili a 10-20€ contenitori in PVC o titanio impermeabili ed interrabili.

    • Registra foto, peso e numero di serie offline (chiavetta USB + copia cartacea in luogo separato), per garantirne l’autenticità anche senza strumenti elettronici.


  3. Azzera o riduci fortemente il debito


    • In una crisi estrema il costo del denaro può schizzare in alto o diventare inaccessibile (inflazione fuori scala di 100, 1.000, 1.0000 volte).

    • Estingui priorità:

      1. Carte revolving e prestiti ad alto tasso

      2. Mutuo (se possibile, con una piccola liquidazione)

    • Ridurre i pagamenti obbligatori mensili ti darà maggior flessibilità finanziaria quando i flussi di cassa verranno interrotti.


  4. Investi in asset “life-support” reali


    • Acquisisci beni produttivi e duraturi che sostengano la vita quotidiana:

      • Orto/fondo agricolo (anche pochi ettari) per coltivare cibo.

      • Impianto fotovoltaico portatile + batterie LiFePO₄: rende autonoma la gestione di pompe, luci e comunicazioni.

      • Serbatoi d’acqua (200 l+) con sistema di filtraggio a gravità.

    • Questi asset riducono la dipendenza dal sistema e possono diventare “valuta di baratto” locale.


  5. Stabilisci una rete di credito e baratto strutturata


    • Formalizza un patto scritto entro un piccolo gruppo di famiglie o vicini affidabili:

      • Definite beni/servizi di scambio (legna, assistenza medica, ricambi meccanici)

      • Create una piccola valuta interna (crediti/barrette di ceralacca, titoli cartacei) per registrare gli scambi.

    • Una rete coesa moltiplica il potere d’acquisto e la resilienza collettiva in assenza di moneta legale.


Metti in pratica questi cinque passi prima che la crisi arrivi. In uno scenario di collasso, la liquidità nascosta, i beni tangibili frazionati, il debito ridotto, gli asset di sopravvivenza e una comunità organizzata saranno le chiavi per difendere la tua famiglia.


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APPENDICE 1

Scenario Estremo 2.0: Collasso finanziario globale & disruption delle infrastrutture energetiche


Immagina un crollo simultaneo del sistema bancario mondiale e delle reti energetiche: banche inaccessibili, circuiti di pagamento e SWIFT bloccati, blackout diffusi, carburanti indisponibili e connessioni digitali intermittenti. In un attimo il mondo – dalle metropoli occidentali alle economie emergenti, fino alla Russia e all’Asia – precipita in un’economia di sopravvivenza. Ecco come potrebbe evolversi e quali strategie mettere in campo fin da oggi.


L'intervento dell'esercito e della protezione civile è fortemente limitato dalla diserzione di massa a causa della gravosità della crisi con impatto immediato sulla popolazione.

In questo scenario la prima sopravvivenza sarà possibile tramite autoorganizzazione di quartiere e reti autogestite di solidarietà locale.


Fase 1: Lo choc iniziale (prime 72 ore)


  1. Liquidità a zero – Tutte le carte di pagamento falliscono e gli ATM restano muti. Chi non ha contanti si trova escluso da ogni transazione.

  2. Nero energetico – Interruzioni a macchia di leopardo nella fornitura elettrica, con disservizi immediati a ospedali, pompe idriche e sistemi di refrigerazione.

  3. Trasporti paralizzati – Senza carburante, camion, treni e navi resteranno fermi. Nessuna consegna di cibo o medicinali.

  4. Comunicazioni fragili – Internet cade quando le celle telefoniche esauriscono il diesel dei generatori, Isolamento informativo e disorientamento generale.


Implicazioni concrete: fame, caldo/freddo estremi in casa, code violente ai pochi punti acqua e cibo rimasti, esplosione della criminalità urbana.


Fase 2: Adattamento forzato (1–4 settimane)

Economie improvvisate


  • Baratto locale con beni essenziali: cibo in scatola, acqua, farmaci, combustibili solidi.

  • Oro e argento fisici (preferibilmente in pezzature da 1–10 grammi) diventano moneta di riscossione, ma devono essere frazionati e riconoscibili senza strumenti elettronici.

  • Energia portatile (moduli solari plug-and-play, batterie LiFePO₄) acquista valore pari al carburante.

Vita quotidiana

  • Scorte alimentari di base (cereali, legumi, conserve) consumate secondo rigidi razionamenti.

  • Acqua potabile ricavata da fonti locali con filtri a gravità e pastiglie purificanti.

  • Ospedali in “modalità guerra”, con generatori riservati alle terapie intensive e farmaci razionati.

Reti sociali

  • Formazione di micro-comunità di quartiere: turni di difesa, orti condivisi, scambi programmati.

  • Uso di radio PMR o HAM con canali e codici prestabiliti per coordinarsi senza infrastrutture digitali.


Fase 3: Ricostruzione resiliente (1–6 mesi)

Risorsa

Ruolo chiave

Valore d’uso reale

Cibo & acqua

Base per la sopravvivenza quotidiana

Massima priorità

Energia off-grid

Alimentare pompe, frigoriferi, luci

Nuova “moneta” tattile

Metalli preziosi

Riserva patrimoniale di lungo termine

Solo piccole pezzature scambiabili

Hard skills

Riparazione, agricoltura, medicina di base

Capitale umano più richiesto

Comunità locali

Fiducia e mutuo soccorso

Nuovo “mercato” di supporto sociale

Strategie fondamentali


  1. Decentralizzazione dei beni: frazionare oro/argento in più cache (domestiche nascoste, micro-bunker interrati, rifugi di persone di fiducia in aree diverse).

  2. Micro-produzione energetica: investire in pannelli fotovoltaici portatili, batterie a lunga durata e generatori di scorta (benzina stabilizzata, GPL).

  3. Scorte critiche: cibo non deperibile per almeno 3 mesi, medicinali essenziali, filtri acqua, kit di pronto soccorso cartacei e manuali di sopravvivenza.

  4. Rafforzamento della rete umana: stabilire protocolli di incontro, ruoli e competenze nella comunità, esercitazioni regolari di scambio e difesa.


Conclusione


In uno scenario di collasso finanziario globale affiancato al blackout energetico, il capitale reale – energia, beni di prima necessità, competenze pratiche e legami di fiducia – diventa la vera ricchezza. Detenere oro e argento fisico resta utile come riserva patrimoniale, ma è la capacità di produrre e scambiare energia, cibo e cura che determinerà chi sopravvive con dignità.

Prepararsi significa costruire una vita finanziaria e materiale che possa resistere a eventi estremi: diversifica, fraziona, coltiva competenze e rigenera la comunità. Solo così potrai affrontare anche il più grave dei blackout.


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APPENDICE 2

Scenario Estremo 3.0: Collasso finanziario globale + disruption energetica + guerra globale con armi nucleari tattiche, pandemia da virus e contaminazione da radiazioni


Appendice 2Scenario Estremo 3.0Collasso finanziario globale + disruption energetica + guerra globale con armi nucleari tattiche + pandemia da virus e contaminazione da radiazioni


1. Impatto Immediato (prime 72 ore)

Elemento

Effetto concreto

Esplosioni tattiche

Onde d’urto, blackout radio locale, contaminazione da fallout

Pandemia + Radiazioni

Rapida diffusione di virus respiratori + aerosol radioattivi

Crollo sanitario

Ospedali sovraccarichi, personale medico contagiato o irradiato

Logistica spezzata

Autostrade interdette, porti e aeroporti distrutti o irraggiati

Nota: in questa fase i rifugi antinucleari, se esistenti, e i bunker familiari a tenuta stagno sono l’unica protezione efficace da radiazioni e aerosol patogeni.

2. Fase di Sopravvivenza Forzata (1–4 settimane)


  1. Shelter management

    • Bunker e rifugi: con aria ricircolata tramite filtri HEPA + carbone attivo + schermi anti‐radiazioni.

    • Scorte di emergenza: acqua minerale in bottiglia, cibo liofilizzato a lungo stoccaggio, compresse di iodio (protegge la tiroide dal I-131).

  2. Controllo sanitario

    • Isolamento dei contagiati: tenda di decontaminazione all’esterno del rifugio.

    • PPE avanzato: tute Tyvek, maschere P3/P100, occhiali ermetici, guanti in nitrile.

    • Monitoraggio radiazioni: contatori Geiger portatili e provette per analisi estemporanee.

  3. Difesa e ordine interno

    • Postazioni di guardia blindate per respingere sciacallaggi armati.

    • Turni di sicurezza interni ed esterni, con protocolli di riconoscimento (codici a più fattori).

  4. Comunicazioni di emergenza

    • Radio HF/VHF con protocolli cifrati e batterie di ricambio.

    • Chain-of-command interno: leader, vice, responsabili di settore (acqua, cibo, sanità, difesa).


3. Fase di Stabilizzazione Locale (1–6 mesi)

Risorsa chiave

Priorità d’impiego

Strategie

Acqua pura

Umbilico vitale: bere, igiene, decontaminazione

Filtri UV portatili + pastiglie

Energia autonoma

Alimentare filtri aria, pompe, radio, lampade

Pannelli solari + batterie LiFePO₄

Ricambi medici essenziali

Antibiotici, antivirali, antistaminici, antipiretici

Produzione artigianale di disinfettanti, erbe

Protezione radiazioni

Ridurre dose cumulativa (ingressi brevi all’esterno)

Vestiario schermante, dosimetri

Produzione alimentare indoor

Idroponica, colture in serra schermata

Compostaggio, insetti commestibili

4. Lungo Termine (≥6 mesi)


  1. Auto-sufficienza energetica e idrica

    • Mini‐grid off‐grid con eolico di piccola taglia, torce a biogas, depuratori a osmosi inversa alimentati a gravità.


  2. Reti sanitarie comunitarie

    • Cliniche improvvisate con personale formato in medicina d’emergenza e radioprotezione.

    • Banca del sangue blindata e laboratori mobile PCR per controllo virus.


  3. Governance di sopravvivenza

    • Consiglio di rappresentanti (sanità, food & water, difesa, logistica).

    • Codice interno condiviso per gestione risorse, sanzioni e premi.


  4. Riconversione delle competenze

    • Agronomi urbani, radiologi “domestici”, tecnici elettronici per manutenzione filtri e generatori, meccanici di veicoli leggeri (quad, bici elettriche).


5. Protezione delle Famiglie del Personale Militare e Civile


  • Family Readiness nei rifugi di settore: zone dedicate nel bunker militare/PC per famigliari, con team di psicologi, medici, volontari predisposti.

  • Evacuazione prioritaria: corridoi “puliti” radiologicamente e sanitariamente, scortati dal reparto NBC (Nucleare–Biologico–Chimico).

  • Rete di collegamento inter‐bunker: radio mesh fra strutture militari e civili per coordinare soccorsi, raccolta informazioni sullo stato delle famiglie.


Conclusione


In uno Scenario Estremo 3.0 la sopravvivenza dipende da:

  1. Protezione integrata: rifugi anti‐radiazioni + sistemi bio‐sicuri.

  2. Scorte specialistiche: compresse di iodio, filtri HEPA, kit medico‐radio.

  3. Struttura di comando autogestita: leadership distribuita, protocolli di voicing e revisione continua.

  4. Solidarietà tecnica e umana: condivisione competenze, mutuo soccorso e governance di base.


Probabilità dello scenario 3


Stimare una “probabilità” numerica di uno scenario così complesso è quasi impossibile, perché coinvolge variabili geopolitiche, tecnologiche, epidemiologiche ed economiche interdipendenti. Possiamo però formulare una valutazione qualitativa, dividendo i fattori in quattro livelli di rischio e fornendo un’indicazione di massima:

Fattore

Valutazione qualitativa

Probabilità approssimativa¹

Collasso finanziario globale

Bassa–media¹

1–5 %

Disruption massiva delle infrastrutture energetiche

Bassa²

0,5–2 %

Guerra su scala globale con armi tattiche

Molto bassa³

0,1–0,5 %

Pandemia da virus + contaminazione radiologica

Molto bassa⁴

0,01–0,1 %

Tutti i quattro contemporaneamente

Praticamente nulla⁵

< 0,001 %

Spiegazione dei livelli


  1. Collasso finanziario globale (1–5 %)

    • Eventi come la Gran Depressione o la crisi del 2008 sono rari ma non impossibili. Un fallimento simultaneo di tutte le maggiori economie richiederebbe shock sistemici multipli e coordinati (debt defaults, bancarotte seriali, perdita di fiducia globale).

    • Pur critico, è il componente “meno improbabile” perché crisi economiche profonde si sono già verificate nella storia recente.


  2. Disruption energetica massiva (0,5–2 %)

    • Un’interruzione completa di elettricità, carburanti e reti digitali su scala mondiale richiederebbe un attacco cyber avanzato simultaneo a tutte le grandi infrastrutture o un collasso geopolitico totale.

    • Più improbabile di un crollo economico, ma vulnerabilità cyber e minacce terroristiche o conflitti regionali lo rendono non trascurabile.


  3. Guerra globale con armi nucleari tattiche (0,1–0,5 %)

    • L’uso di armi tattiche (non strategiche) richiederebbe un’escalation internazionale di dimensioni mai viste dai tempi della Guerra Fredda.

    • La deterrenza nucleare e il controllo internazionale mantengono la probabilità estremamente bassa, ma non zero, soprattutto in aree ad alta tensione.


  4. Pandemia + contaminazione radiologica (0,01–0,1 %)

    • Una pandemia grave è un rischio sempre presente (es. COVID-19), ma la contaminazione radioattiva su vasta scala richiede un rilascio deliberato di materiale o un grave incidente nucleare simultaneo a un focolaio virale.

    • Tecnicamente possibile, ma estremamente raro.


  5. Intersezione di tutti e quattro i fattori (< 0,001 %)

    • Richiede che si verifichino tutti e quattro gli eventi in contemporanea o in rapida successione. Ogni ulteriore condizione abbassa esponenzialmente la probabilità complessiva.


Conclusione


  • Pratico vs. teorico: lo scenario 3 è talmente improbabile da potersi definire “estremo” in senso stretto.

  • Perché riflettere comunque: anche probabilità molto basse possono avere impatti catastrofici. Un minimo di resilienza (scorte, competenze, reti locali) è una buona assicurazione contro le “code di coda” di eventi imprevisti.

¹ Le percentuali indicate non provengono da un modello quantitativo preciso, ma da una sintesi qualitativa di analisi storiche e di rischio sistemico.² Include sia cause naturali (tempeste solari, terremoti) sia attacchi cyber/terroristici.³ Armi tattiche: testate di potenza relativamente bassa, ma sufficienti a danneggiare città o infrastrutture critiche.⁴ Virus respiratorio + fallout radioattivo: combinazione estremamente rara.⁵ Prodotto delle singole probabilità, arrotondato per eccesso.

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Virus Mutageni


Negli scenari che includono pandemia da virus mutageni sull'umo del genere dei rabdovirus, i soggetti infestati manifestano sintomi ben lontani dall'immaginario tipico dei film horror-zombi.


Non esiste infatti alcun virus conosciuto che, da solo, possa provocare nelle persone mutazioni neurologiche tali da trasformarle in “zombie” ultraveloce e iper-reattivi come li vediamo nei film. Vediamo perché:


1. I casi reali di virus “aggressivi”



  • Rabies (virus della rabbia): induce idrofobia, spasmi muscolari, aggressività incontrollata e ipersalivazione. Tuttavia l’ospite resta paralizzato nelle fasi terminali, non mantiene mobilità o prontezza di riflessi.

  • Encefaliti virali (ad es. da herpesvirus, West Nile): possono causare confusione, convulsioni o aggressività, ma anche pesanti deficit motori e cognitivi, non “super-riflessi”.


In tutti questi casi, la degenerazione neurologica porta a perdita di equilibrio, confusione profonda, debilitazione, non a un picco di forza o velocità.


2. Limiti fisiologici e neurobiologici


  1. Consumo energetico: Un cervello e un corpo infiammati da un virus richiedono più energia per temperatura corporea, risposta immunitaria e riparazione tissutale. Non c’è riserva metabolica che permetta “scatti” sovrumani.

  2. Danno neuronale: Qualsiasi processo infiammatorio cronico o tossico (come un’infezione virale) danneggia i neuroni: rallenta la conduzione degli impulsi nervosi, compromette coordinazione e riflessi. Non li migliora.

  3. Equilibrio e controllo motorio: Il mantenimento della postura, della corsa e dei riflessi rapidi dipende da circuiti cerebellari e da una muscolatura non affetta da spasticità o tremori. Le zoonosi nervose gravi li alterano in peggio, non in meglio.


3. Lo “zombie veloce”: pura fantascienza


  • Nella narrativa (e in alcuni videogame/film) si giustifica la “corsa dei morti viventi” con mutazioni genetiche o armi biologiche futuribili.

  • Ma in un contesto medico-scientifico reale non esistono meccanismi patogenetici che aumentino forza, velocità o prontezza riflessa; i virus distruggono, non potenziano, i sistemi biologici.


4. Conclusione


  • Realistico: un focolaio che causa gravi reattività di breve periodo, convulsioni, emorragie, ipersalivazione, encefaliti, alterazioni comportamentali, letargia o coma.

  • Irrealistico: un virus che renda le persone “zombie” super-veloci e iper-reattive.


Tutto ciò non toglie che, in uno scenario di pandemia estrema, la paura e il panico collettivi possano creare comportamenti caotici e violenti. Ma il mito dello “zombie corridore” rimane confinato al regno della fantasia.


Aggiungo in ultimo che Un virus estremamente letale (ad esempio Ebola) “brucia” rapidamente i suoi ospiti e viene isolato, limitando la sua diffusione. Al contrario, un patogeno meno aggressivo (ad esempio SARS-CoV-2) ma con lunga fase senza sintomi si propaga più efficacemente, perché gli infetti continuano a muoversi e interagire con gli altri prima di ammalarsi.


Per simulare contesti con virus patogeni più pericolosi si più approssimare un modello di diffusione simile al SARS-CoV-2 con mortalità più elevata.


 
 
 

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